Nel cuore di Montesano sulla Marcellana (SA), incastonata tra le alture del Vallo di Diano, sorge la Chiesa di Sant’Anna, un vero e proprio simbolo del paese, non solo per il suo valore religioso ma anche per il forte legame affettivo che la comunità nutre nei suoi confronti.


La chiesa si distingue immediatamente per la sua maestosità: due alte torri gemelle si ergono verso il cielo, accompagnando con eleganza una facciata imponente, riccamente decorata in stile neogotico. Le linee slanciate, i rosoni e le decorazioni floreali raccontano un gusto estetico raffinato, ispirato alle grandi cattedrali dell’America Latina. Non è un caso: la costruzione fu voluta negli anni Cinquanta da Filippo Gagliardi, un imprenditore emigrato in Venezuela, che volle donare alla sua terra natia un luogo di culto degno di grande bellezza e solennità.

L’interno della chiesa non delude le aspettative create dalla facciata. L’ambiente, a tre navate, accoglie il visitatore in un’atmosfera di raccoglimento e silenzio. Le pareti sono ornate da affreschi e immagini sacre, e ogni dettaglio – dagli altari laterali alle vetrate colorate – è pensato per elevare lo spirito. Al centro, l’altare maggiore, semplice ma imponente, celebra la figura di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, alla quale i fedeli del paese rivolgono preghiere e devozioni, soprattutto nei giorni di festa a lei dedicati. 

Questa chiesa non è solo un edificio, ma un vero punto di riferimento per tutta la comunità montesanese. Qui si celebrano i momenti più importanti della vita di ciascuno: battesimi, matrimoni, funerali, messe solenni. È il luogo dove ci si ritrova, dove si tramandano tradizioni, dove si rinnova il senso di appartenenza. 

Guardandola oggi, imponente sulla piazza del paese, la Chiesa di Sant’Anna sembra raccontare, in silenzio, la storia di un popolo che, pur piccolo, ha saputo coltivare bellezza, fede e memoria. Una storia che continua ogni giorno, nel suono delle campane, nella luce che filtra dalle sue vetrate, nei passi di chi entra, anche solo per un attimo, in cerca di pace.

Foto di Luigi Russo

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